Emilio de Leo parece-me ser o cérebro do Mihajlovic :think:
Genova - La scenetta i tifosi sampdoriani ormai la conoscono bene: Mihajlovic che si avvicina alla panchina addizionale (quella posta a fianco della tradizionale) e si consulta con De Leo. Il tattico del suo staff. I due gesticolano, si spiegano e poi spesso ne segue un’indicazione tattica del mister. A volte il passaggio dal 4-3-3 al 4-3-1-2 o viceversa. Domenica contro l’Inter il confronto si è ripetuto quattro o cinque volte. Un’altra dimostrazione della particolarità del tecnico sampdoriano, perché è difficile, soprattutto in Italia, vedere un allenatore chiedere il parere di un suo collaboratore davanti a tutti, senza farsi problemi di “ego”.
La storia di Emilio De Leo è conosciuta. Trentasette anni, dopo alcune esperienze da tecnico nei settori giovanili di Cavese (vince lo scudetto allievi di C nel 2006/07) e Nocerina, entra in contatto con Salsano, di Cava de’ Tirreni come lui, ai tempi del Manchester City. E inizia una collaborazione con Mancini finchè nel 2012 Mihajlovic se lo porta in Serbia. Profondo conoscitore di calcio e tattica, le sue idee si fondano sulla “periodizzazione tattica” (sempre allenamenti con la palla, per esempio), l’innovativa metodologia nata in Portogallo e diffusa da Mourinho. De Leo è diventato una pedina chiave dello staff di Mihajlovic. Che ha saputo unire alle sue innegabili doti da allenatore anche il fiuto nella scelta dei collaboratori. Tutti preparatissimi, tutti fondamentali per i successi di questa Samp. Per la tattica, oltre a De Leo citazione d’obbligo per Sakic (che ieri a Roma ha partecipato con Palombo e il segretario Ienca alla riunione con gli arbitri), fidatissimo secondo e navigato uomo di campo, Baldi e Lamberti. Il primo è entrato nello staff l’estate scorsa, dopo esperienze con Gautieri al Lanciano e a Varese. Campano anche lui, ma di Nocera Inferiore, è arrivato alla Samp proprio grazie a De Leo, che conosce dai tempi delle giovanili della Cavese. Il giorno della partita Baldi è il primo dello staff a entrare in campo per il riscaldamento, è l’uomo che posiziona i cinesini che serviranno a Bovenzi per gli esercizi di attivazione muscolare. Al fischio d’inizio però Baldi è mimetizzato tra il pubblico. Al Ferraris si siede di solito in tribuna laterale, in trasferta dove trova una postazione favorevole. Ha il compito di osservare le partite dall’alto, da dove certi dettagli tattici si vedono meglio. E nell’intervallo scende negli spogliatoi per riferire a Mihajlovic. Quanto a Lamberti, anche lui di Cava de’ Tirreni, il suo è un compito tecnologico. Il giorno della gara è in tribuna, dove sistema una serie di telecamerine per immagazzinare nel computer una quantità enorme di dati sulla prestazione, che serviranno poi a De Leo e a Bovenzi per continuare a migliorare.
Uma pequena entrevista:
http://genova.repubblica.it/sport/2014/10/01/news/samp_il_mago_della_tattica_emilio_de_leo_le_punizioni_siamo_creativi_quella_di_gabbiadini_confusione_organizzata_-97063798/?ref=search
De Leo utilizza un metodo nuovo e particolare denominato “periodizzazione tattica” proposta da Vitor Frade, professore dell’Università di Oporto e direttore del dipartimento di metodologia del Porto. In Europa sta prendendo piede, mentre in Italia lo staff di Mihajlovic è uno dei primi a strizzare l’occhio a questo metodo. Il concetto è semplice: quando un allenatore punta su un sistema di gioco, è necessario subordinare gli allenamenti e la loro organizzazione a questo sistema di gioco.