André Carrillo [2011-2016]

Pippo Russo: comprare Carrillo? Se l’Inter vuol fare un favore a Zahavi…

L’Inter vorrebbe prenderlo, ma intanto lui è escluso dalle convocazioni del suo club perché rifiuta di firmare il rinnovo del contratto. È un complesso intreccio di mercato quello che dovrebbe portare in nerazzurro l’ala peruviana André Carrillo, classe 1991, soprannominato La Culebra. Un termine che nel vocabolario ispanico indica i serpenti di piccola e media taglia, e che nella versione maggiormente divulgata è accostato alla biscia. E allora viene da dire che in questi giorni il ventiquattrenne nazionale del Perù si trovi chiuso nel suo rettilario, in attesa di conoscere il proprio destino. Che ha comunque un traguardo temporale sicuro: il 30 giugno del 2016, data in cui scadrà il contratto con lo Sporting Clube de Portugal. Rimane invece molto incerto il modo in cui Carrillo arriverà a quella data. Perché attorno al suo destino, e alla sua destinazione calcistica, si sta conducendo una partita di poker in cui la sola regola è l’azzardo. A quel tavolo siedono soggetti ben riconoscibili. Come il presidente sportinguista Bruno De Carvalho, un personaggio che ormai agli scontri durissimi sta facendo il callo, e l’agente del calciatore, Elio Casareto, il Mino Raiola peruviano. E appena un passo dietro quel tavolo stazionano altri attori interessati. Certamente l’Inter, come voci sempre più insistenti riferiscono. Ma soprattutto uno dei grandi oligarchi del calciomercato internazionale: l’israeliano Pini Zahavi, che rivendica il 50% dei diritti economici sul calciatore. In queste settimane il più nervoso è proprio lui.

Lo stato dei fatti dice che da una settimana Carrillo è fuori squadra per ordine del presidente Bruno De Carvalho, e che rimarrà fermo fino a che non rinnoverà il contratto, anche a costo di non rimettere piede in campo fino alla fine della stagione. Una scelta parecchio discutibile in termini di diritto del lavoro, quella del presidente, ma che ormai non è più un’eccezione. L’ultima presenza in campo della Culebra risale al 13 settembre, a Vila di Conde sul campo del Rio Ave, dove lo Sporting vince 2-1. Nei giorni successivi avviene la rottura. Carrillo e il suo agente Elio Casareto non accettano le condizioni di rinnovo proposte dallo Sporting: due milioni lordi all’anno per un accordo fino al 2019 o 2020, e addirittura 2 milioni come “premio de assinatura”. Cioè, per il solo fatto di apporre la firma (assinatura) sul nuovo contrattuale il giocatore porterebbe a casa l’una tantum da 2 milioni. Condizioni indubbiamente privilegiate per gli standard del club biancoverde. Ma ve ne sono altre che il duo Carrillo-Casareto trova meno convincenti. A cominciare dalle modalità di pagamento e dalla clausola rescissoria, che il club vorrebbe fissare a 60 milioni mentre il calciatore e il suo agente chiedono ammonti alla metà. E poi ci sarebbe una curiosa clausola “anti Benfica e Porto”, firmando la quale Carrillo s’impegnerebbe a non vestire il futuro la maglia delle rivali storiche dello Sporting. Ma a rendere recalcitrante Carrillo ci sarebbero altri motivi. Stando a una voce proveniente dall’ambiente che lo circonda, il giocatore si sentirebbe non gratificato perché lo Sporting non ha considerato il suo rinnovo di contratto fra quelli prioritari. E in effetti il fatto che si sia giunti in prossimità della scadenza sarebbe un elemento che legittima questa tesi. Però i veri motivi, con ogni probabilità, li conosce Elio Casareto. Che sa di poter giocare questa mano di poker da una posizione di forza, e magari ha già in borsa una proposta molto vantaggiosa per il suo assistito, con data a decorrere dal primo luglio 2016.

Sta di fatto che all’inizio della scorsa settimana, visto lo stallo delle trattative sul rinnovo, Bruno De Carvalho decide di andare allo scontro. Del resto, non ha avuto problemi a farsi trascinare davanti al TAS da Doyen Sports Investments, figurarsi se si lascia intimorire dal conflitto con un suo tesserato. Annunciando il principio che lo Sporting non valorizza per altri un calciatore, il presidente dispone che Carrillo venga escluso dalle convocazioni. La decisione viene presa in prossimità della gara casalinga contro il Lokomotiv Mosca, prima giornata della fase a gironi di Europa League. Soltanto tre settimane prima un’altra squadra moscovita, il CSKA, aveva eliminato i Leões ai playoff di Champions. E gli errori arbitrali che hanno compromesso la partecipazione dello Sporting alla “Liga de milhoes” avevano avuto l’effetto di scatenare Bruno De Carvalho in una campagna per l’apertura all’uso della tecnologia nel calcio. Il Lokomotiv sembra un’avversaria più malleabile, per una squadra che in Portogallo viene indicata fra le favorite per la vittoria finale dell’Europa League. E invece per lo Sporting è un esordio shock: perde 3-1, e fra i malumori generati dalla sconfitta c’è anche quello legato all’esclusione di Carrillo. Di sicuro con lui in campo sarebbe stata un’altra partita. Fra i più indispettiti per la rinuncia alla Culebra c’è il tecnico Jorge Jesus, altro temperamento fortemente incline alla drammaturgia. Il giorno in cui Jorge Jesus e Bruno De Carvalho dovessero litigare pubblicamente, ne scaturirebbe un’epopea da far impallidire Luis Vaz de Camões, l’Omero portoghese. Prima che su Carrillo giungesse il veto presidenziale, Jesus aveva provato la strada della persuasione andando a cena col peruviano. E quando ha saputo dell’esclusione, pare gli sia scappato detto: “Ma allora cosa ci ho cenato a fare?”. Alla vigilia della partita in casa contro il Nacional Madeira dello scorso lunedì (vinta 1-0, ciò che ha permesso allo Sporting di mantenere la testa della classifica assieme al Porto) si verifica pure un episodio imbarazzante. Nella prima lista dei convocati figura anche il nome di Carrillo, ciò che sorprende il giocatore più di chiunque altro. Passa qualche ora per vedere depennato quel nome, e a un dirigente sportinguista tocca l’ingrato compito di telefonare al giocatore per dirgli che forse c’era stato un refuso nella lista. Sarà stata la manina di Jorge Jesus? Non lo sapremo mai. Dopo la gara contro il Nacional l’allenatore dichiara pubblicamente d’essere lì a fare al cento per cento gli interessi dello Sporting Clube de Portugal, e che le decisioni del presidente Bruno De Carvalho sono prese nell’interesse dello Sporting. Un atto dovuto che non deve ingannare: il contrasto fra presidente e tecnico rimane latente. E intanto Elio Casareto continua a tenere alta la tensione usando tutte le armi a disposizione. Nei giorni scorsi su Twitter è stato lanciato un hashtag di solidarietà a La Culebra, #fuerzaCarrillo. Lì, come riferisce l’edizione di O Jogo mandata in edicola ieri, sono stati convogliati i messaggi di solidarietà inviati da una pattuglia di calciatori peruviani: Paulo Hurtado, Carlos Ascues, Paulo Albarricin, Rinaldo Cruzado, José Carlos Fernandez e Marco Zambrano. Tutti clienti di Casareto, guarda caso. Dal canto suo il ct della nazionale peruviana, l’argentino Sergio Gareca, ha fatto sapere che convocherà Carrillo in nazionale anche se il ragazzo non dovesse più giocare nel suo club fino alla fine della stagione.

La storia raccontata fin qui ha messo in scena gli attori espliciti dello scontro (lo Sporting Clube de Portugal, il suo presidente Bruno De Carvalho, il calciatore André Carrillo, il suo agente Elio Casareto), e un altro che sta appena a latere per vedere cosa succede: l’Inter. Ce n’è però un ulteriore dietro le quinte, certo il più nervoso fra tutti: Pini Zahavi. Che nell’estate del 2011 sborsò 800 mila euro per finanziare al 50% l’acquisto di Carrillo, andando in aiuto alla vecchia dirigenza dello Sporting. E che adesso aspetta di incassare il 50% della vendita. Di questo stato delle cose i lettori di Calciomercato.com sono stati informati mesi fa (LEGGI QUI), così come delle intenzioni di Bruno De Carvalho di trovare un escamotage per non pagare a Zahavi il suo 50% qualora si dovesse giungere a una cessione del calciatore. Il bilancio della Sociedade Anonima Desportiva (SAD) sportinguista, da presentare nei prossimi giorni in assemblea generale dei soci, dice testualmente che di Carrillo lo Sporting detiene una percentuale “fra il 50 e il 100%”. Una bizzarra formula che anticipa le eventuali mosse di Bruno De Carvalho contro Zahavi. La tesi è che il superagente israeliano abbia sì finanziato l’acquisto di Carrillo per metà del suo ammontare, ma ciò non comporta automaticamente che egli si sia assicurato il 50% dei diritti economici. L’intenzione sarebbe quella di restituire gli 800 mila euro con in più un indennizzo. Si andrebbe a un altro scontro come quello con Doyen, ma c’è anche la probabilità che non si arrivi mai al conflitto. E questa è l’ipotesi che angustia Zahavi. Il soggetto che in questi giorni ha più di tutti le spalle al muro è lui.

Il motivo è presto spiegato. In un situazione che vede tutti i soggetti potenzialmente perdenti, il duo Carrillo-Casareto è in posizione di forza. Male che vada, il calciatore rimarrà fermo fino a giugno. Non è il massimo della vita, ma a quel punto sarebbe anche possibile spuntare un contratto a cifre molto elevate dato che il nuovo club non dovrebbe pagare il club di provenienza. E già si fa il nome del solito Valencia, col solito Jorge Mendes sullo sfondo. Lo Sporting e Bruno De Carvalho rischiano di perdere l’occasione di monetizzare una cessione molto vantaggiosa. Sfumerebbe un affare da venti milioni in su, un mancato guadagno molto pesante. Ma al tempo stesso la società e il suo presidente manterrebbero un’immagine d’intransigenza, e in fondo potrebbero sempre dire di aver schierato per oltre tre stagioni un calciatore di livello internazionale costato soltanto 800 mila euro. Per Zahavi, invece, sarebbero 800 mila euro d’investimento andati in fumo. Perché quei denari frutterebbero soltanto in caso di cessione da parte dello Sporting. Ma se ciò non avviene, quei denari sono persi. Ecco perché in questi giorni il superagente israeliano suda freddo.

A questo punto è sul ruolo e sulle motivazioni dell’Inter che bisogna porsi degli interrogativi, a partire dal principale: perché dovrebbe pagare a gennaio, per prendere un calciatore che a giugno sarà svincolato, oltretutto complicandosi la vita per il discorso extracomunitari (slot già esauriti, a meno di improbabili tagli i nerazzurri dovrebbero prenderlo e poi ‘girarlo’ ad un altro club fino a giugno)? Guardando alla rosa interista si scopre che c’è già una buona pattuglia di calciatori targati Zahavi-Ramadani: il disastroso Vidic arrivato nell’estate del 2014, e la coppia Jovetic-Ljajic giunta durante l’ultima campagna trasferimenti. L’arrivo di Carrillo allungherebbe la lista, e avrebbe come principale effetto quello di salvare l’investimento di Pini Zahavi. Altre ragioni pressanti non se ne vede. L’importante è che la gente nerazzurra sappia. Poi potrà continuare a tifare in pace.

[member=719]Alex Nogueira , o pior de tudo nem são os outros que não são Sporting andarem a falar do Sporting do seu Presidente ou do Carrillo, isso já sei o que eles pretendem desde 23-03-2013.

O problema maior são os que se dizem Sportinguistas ( nem imaginas o esforço que faço para chamar Sportinguista a isso) que em 2011 ainda ajudaram conjuntamente com o roubo dos votos a eleger um ladrão, isto com os jornais até ás 5 e tal da manhã a dizerem que o Presidente era um e depois com o roubo afinou-se outro, já o encantador de serpentes tinha dado os parabéns que hoje continua a ludibriar muitos tonantes.

Esses que ajudaram na mais reles noite da minha vida como sportinguista 26-03-2013, é que não param de prejudicar o clube, esses sim, são o grande cancro o resto é tudo treta, quanto mais capas fizer o jornal da corrupção contra o Presidente Bruno de Carvalho mais eu sei que ele está no bom caminho, eles devem pensar que um gajo bateu com a cabeça e ficou com amnesia de 30 anos de roubo.

Leste isto, se leste, é a mesma coisa que estares a falar com o Rui Trindade, isso ninguém muda só a morte, mais ninguém.

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http://www.record.xl.pt/futebol/nacional/1a-liga/sporting/detalhe/luis-vidigal-conheco-o-carrillo-e-tem-havido-intransigencia-do-jogador-976741.html

Traduzam ai o Pepê russo para inglês sff

:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:

Só falta a foto do BdC a dar um bacalhau ao Carrillo depois da renovação.

Pelo andar da carruagem o Carrillo leva é uma solha por se armar em carapau.

Basicamente, o Pippo Russo diz que o Zahavi está à beira de ficar de mãos a abanar, excepto se o Inter lhe fizer um favor, pondo uma oferta pelo jogador em Janeiro.

A avaliar pela análise que ele faz, há 3 partes em conflito, nesta história. O Sporting, de um lado, o Zahavi e o jogador/Casaretto.

O Sporting quer renovar e mandar o Zahavi às malvas; o Zahavi quer que o jogador seja transferido, para receber o dele; o jogador quer ficar livre do Sporting e do Zahavi, deixando correr o contrato até final.

É uma perspectiva que, até à data, não tem sido muito alimentada por cá. Cá, pensa-se que o Zahavi e o Casaretto estão no mesmo barco.

:inde:

A minha conclusão para esta novela é a seguinte:

O Carrillo não merece o que o Sporting fez por ele, e que estava na disposição de fazer ainda mais para prolongar o contrato! Tal como é um jogador inconstante em campo, que às vezes só pensa em se recriar sozinho com a bola sem pensar na equipa, fora de campo Carrillo também revela falta de inteligência e ingratidão!

Posto isto, julgo que o melhor que temos a fazer é esquecer o Carrillo, que pelos vistos prefere dar ouvidos ao empresário que só quer é tratá-lo como mercadoria, do que apostar no projecto que o Sporting lhe ofereceu (projecto financeiro e desportivo), com a possibilidade de ser trabalhado pelo JJ e de poder tornar-se num jogador muito melhor! Mas um jogador com bons pés, mas pouco cérebro, dificilmente chegará longe! :naughty:

Também não nos poderíamos dar ao luxo de lhe oferecer este mundo e o outro, quando existem jogadores no plantel bem mais consistentes e importantes (IMO: Patrício, William, Adrien, Slimani), o que poderia provocar desmotivação no balneário!

De igual modo, o “encostar” do Carrillo, para além de servir de exemplo, também permite libertar uma vaga para fazer avançar outros extremos promissores dentro do Sporting (Mané, Gelson, Matheus). Esses, pelo menos, decerto quererão aproveitar a oportunidade de evoluir na equipa principal e têm tudo para virem a ser bem melhores que o peruano! :drool:

Em conclusão: Com ou sem Carrillo, o Sporting terá sempre futuro! Quanto ao Carrillo, sem o Sporting, veremos que futuro terá… :think:

SL

Ora bem, ainda nao me pronunciei sobre o tema, a meu ver o principal responsável por este impasse não podia deixar de ser o empresário, mas também culpo o jogador que sendo maior de idade e não tendo um défice mental, pelo menos conhecido, é capaz de pensar pela própria cabeça e de tomar as suas próprias decisões. Se o Carrillo quisesse mesmo ficar no Sporting assinava a renovação e pronto, nem que mandasse o empresário às ortigas (quantos jogadores nao trocam de empresario? Ainda agora o Patricio mandou o Jorge Mendes pastar…).

É facil tambem dizer-se que o Sporting poderia ter começado a resolver esta situação mais cedo, mas a verdade é que só a epoca passada e com Marco Silva (para mim das poucas coisas positivas que conseguiu trazer ao Sporting) Carrillo explodiu. Antes disso não passava de uma eterna promessa, sendo muito criticado um pouco por toda a comunidade sportinguista (até no “tribunal” de alvalade e aqui pelo forum) pela sua constante irregularidade exibicional.
Nunca ninguem esperou que o Carrillo atingisse o valor que tem neste momento, nem a SAD, caso contrário BdC teria de certeza tratado deste dossier como tratou de tantos outros.
Portanto eu nem questiono o timing da renovação, a unica coisa que tenho a apontar ao nosso Presidente é o facto de, na minha opinião e tomando como factos aquilo que é falado um pouco por todo o lado é o de não ter vendido o Carrillo neste mercado e ter confiado na palavra do jogador. Se as negociações começaram a epoca passada e se intensificaram no verão só tinham que ser resolvidas até ao dia 31 de Agosto, confiar na palavra de um jogador e selar um negócio com um aperto de mão é…ingenuidade. Se o Carrillo queria mesmo ficar, porque haveria so de assinar depois do fecho do mercado? Assinava ate dia 31 e pronto. Acredito que a proposta do Leiceiter por 12 milhões tenha sido real e era preferivel ve-lo sair por esse valor, mesmo que tenhamos apenas 50% do passe e ganhassemos “apenas” 6 milhões, do que não termos retorno financeiro nem desportivo e arriscarmos a que o jogador vá parar a um dos rivais. Isto é que não entra na minha cabeça, é que se o Sporting utilizasse o jogador desportivamente, mesmo não concordando com isso (apoio a direcção no caso do afastamento do Carrillo do plantel principal), ainda percebia que a SAD tivesse optado por perder 6 milhões, mas quisesse aproveitar o rendimento desportivo do jogador. Assim, nem uma coisa nem outra…Porque é que Carrillo ficou, então no Sporting…?

PS: Mesmo que os 12 milhões fossem “noticia” de pasquins, acredito que tenham realmente existido ofertas, nem que seja de uns miseros 5 milhões. Ainda assim, a minha opinião mantem-se: antes dos 2.5 milhões e desviar o jogador dos rivais, do que o jogador não jogar, ir parar a um rival e ganharmos 0 euros.

“Se o Carrillo quisesse mesmo ficar no Sporting”…

O Carrillo quer ganhar dinheiro como qualquer pessoa, se lhe estão a oferecer vários milhões noutro lado porque é que ele havia de ficar? É um jogador não é um adepto. Se estivesse a uns meses de entrar em leilão e ganhar o jackpot também não renovava. A única solução que vejo, como já disse anteriormente, é dar-lhe uma boa fatia dos 50% que temos. Ver se depois ainda liga aos empresários.

https://www.youtube.com/watch?v=PzBVEXCVPe8

Já cansa. Já assinou pelo Porto e o contrato deve estar fechado num cofre de um banco qualquer.

Por mim nem treinava na A pois aí tem um treinador para desenvolvê-lo.

Não está comprometido com o clube, vá para a B subir escadas em alcochete e que se aposte em quem está comprometido com o Clube!

Certo. Não ponho isso em causa. Mas, recuando um ano, tivemos um jogador com quem não conseguimos renovar o contrato e não o encostámos para o pressionar a renovar. O que é que foi diferente? A atitude de ambos os atletas. Enquanto que um pôs em cima da mesa as condições que pretendia (e o clube não quis acompanhar), mantendo a posição de que queria renovar mas nas suas condições, o outro resolveu “tourear”. Seja por iniciativa própria ou por influência alheia, o menino não tem o direito de dizer uma coisa, hoje, e outra, quando já não lhe convém o que assumiu antes.

Se Carrillo disse “sim” a uma renovação e não a concretizou, apesar de me parecer uma conduta censurável, pela convicção que cria e pela confiança que é abalada, eu compreendo-a à luz de circunstâncias supervenientes. Mas isso, no meu modesto entendimento, “obriga-o” a pôr as cartas em cima da mesa, sem merdas, nem subterfúgios, dizendo claramente que não quer cá ficar e que já tem destino. O que não faz sentido é saírem notícias de fontes próximas do jogador que dão conta da imensa vontade em ficar e renovar, que não têm correspondência com os seus comportamentos, que também vão chegando aos jornais.

Eu aceito que ele não queira ficar. Até aceito que ele acabe num rival. Não aceito o cinismo de dizer que quer ficar, para aproveitar um qualquer pretexto para dizer que está “triste” e que, por via do tratamento injusto, já não quer ficar.

Se ele está triste com o Jesus e com o Sporting, então, ele tem que aceitar que nós também estamos tristes por termos andado a roer ossos durante 3 anos e que em 4 anos de contrato, já consumidos, só tenhamos tido direito a 1 ano de futebol decente. E, se assim foi, eu quero saber com que moral é que alguém invoca o facto de não se lhe ter proposto a renovação antes do início da época que findou em Maio.

Tudo o que tem sido dito, quanto aos motivos para não renovar, são balelas e tretas de quem tem os cornos pesados pela falta de consciência.

Se ele tem o direito de jogar, de ir para onde quer, ganhar muito mais do que lhe oferecemos, o clube tem pleno de direito de lhe exigir respeito e um comportamento profissional. E ser profissional é aceitar as consequências dos nossos actos.

Por mim, para obviar ao caldinho que se está a preparar com a história da violação dos direitos laborais, o menino começava a ser convocado para ficar no banco e entrar nos descontos.

Ainda hoje um lampião me veio com essa história de o Carrillo poder rescindir por estar a ser violado o direito dele de efectivar a sua prestação de trabalho. Estava com um amigo que foi a Alvalade, virei-me para ele e perguntei-lhe quem tinha sido o melhor elemento do Sporting, no último jogo. A resposta foi: Gelson. Voltei-me para o lampião e respondi-lhe: “queres ver que para o Carrillo não rescindir, vamos impedir o puto de jogar e violar-lhe os direitos laborais”.

Já vi Figo, já vi Balakov, já vi Jardel…se não chorei pelo Liedson, de certeza que não choro por este. Muito menos a 2M€ líquidos por ano.

Foi ele que te disse que vai para o Porto?

O Carrillo tornou se um jogador demasiado caro para o que joga.

Sinceramente, se falamos em salários de 4 milhões mais assinatura, espero que vá para Porto ou Benfica.

foi.

Ok, podem fechar

Agente de Carrillo pede respeito

ADMITE RETOMAR CONTACTOS PELO PERUANO

Sexta-Feira, 25 setembro de 2015 | 02:14

Autor: VÍTOR ALMEIDA GONÇALVES E ANTÓNIO ADÃO FARIAS

Fotos: JORNAL EL BOCÓN

O empresário de André Carrillo quebrou o silêncio. Em conversa com um adepto do Sporting, através do Twitter, Elio Casareto admitiu retomar as negociações com vista à renovação, desde que possa estar garantido um clima de respeito entre as partes. "

“Num ambiente de respeito mútuo, nós estamos sempre disponíveis para conversar”, disse o empresário do peruano, na conclusão de uma troca de impressões com um adepto leonino. Recorde-se que a ausência de resposta por parte de Carrillo e o seu agente à última proposta efetuada pelos leões, deixou os responsáveis leoninos apreensivos.

Porém, o diálogo alimentado por Casareto teve início quando o agente foi confrontado com o facto de ter feito referência a um artigo a propósito da situação de Carrillo, assinado por João Leal Amado, um jurista conhecido pelas ligações ao FC Porto (em processos como o de Hulk e Sapunaru) e por ter dado um parecer favorável a Bruma no litígio que decorreu na Comissão Arbitral Paritária (e que o Sporting acabou por ganhar). “A tua preocupação devia ser outra. Num ambiente de respeito mútuo, as coisas podem sempre falar-se”, retorquiu Casareto, antes de referir que se João Leal Amado “fez o mesmo com Bruma” é porque “talvez os casos sejam parecidos”. “Mas não posso opinar, porque não conheço o caso de Bruma.”

Casareto foi confrontado com a derrota de Bruma em tribunal, e sublinhou . “Então, o caso não é nada parecido. Ninguém pretende ir para tribunal. O respeito é maior do que qualquer pessoa ou instituição. Estou sempre disponível para discutir com respeito”, disse.

Sporting continua à espera de resposta

Na última conversa – há onze dias – que teve com Carrillo e o seu empresário, Bruno de Carvalho apresentou uma proposta que, de acordo com os indicadores da negociação, deveria satisfazer o peruano. Desde então, o presidente do Sporting aguarda por uma resposta concreta em relação aos números apresentados. Existe entre os leões um sentimento de desconfiança face a este silêncio de Carrillo, sendo inclusivamente referido que “não está de boa fé” na negociação. A ideia de que uma terceira parte está na jogada, já é mais do que uma suspeita.

“Não é justo que se crie esta onda”

No diálogo com o adepto sportinguista no Twitter, Elio Casareto não deixou de agradecer a oportunidade de comentar o tema Carrillo “com respeito”. “É essa a imagem que eu tenho das pessoas que apoiam o Sporting”, elogiou o empresário. Antes, e invocando sempre conhecimento que diz ter do clube, Casareto já tinha partilhado um desabafo, sobre a forma como La Culebra tem sido criticado. “Conheço muito bem o Sporting e os seus adeptos. São 4 anos cá. Não me parece justo que se crie uma onda contra um bom profissional”, concluiu.

“Nunca dei uma entrevista”

Acusado de exercer pressão através dos media e de ter ‘plantado’ uma notícia polémica no ‘Ovación’, do Peru, Elio Casareto defende-se. “Isso é o que tentam fazer crer”, argumenta. “Nas últimas semanas, não fiz qualquer declaração e nunca dei uma entrevista. Se leres a imprensa, falam em coisas como comissões e acordos com outros clubes. De onde achas que saem essas notícias? Por exemplo, que André Carrillo está desiludido. De onde sai, se nós não falamos?”, questionou, em conversa com o adepto sportinguista, Bhavin, no Twitter.

Record

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